La lotta al terrorismo e la sovranità nazionale

La lotta al terrorismo e la sovranità nazionale

Prevenzione del terrorismo: la Svizzera si prepara. La Svizzera accetta di conformare il proprio diritto alla convenzione antiterrorismo del Consiglio d’Europa di Strasburgo (nulla a che vedere con l’Unione Europea). Il Consiglio federale ho finalmente adottato un pacchetto di misure legislative veramente sostanziose: revisione del codice penale, della legge federale contro il riciclaggio e della legge federale sulla cooperazione internazionale in materia penale. La Svizzera deve rimanere sovrana, ma i terroristi non rispettano la sovranità di nessuno. Ogni Paese deve cercare alleanze con la polizia e con i procuratori pubblici di altri Paesi per garantirsi che la cooperazione possa combattere il terrorismo e anche prevenirlo. Pertanto, il reato di partecipazione ad un’organizzazione criminale verrà modificato in modo da eliminare quegli ostacoli che finora ne hanno impedito l’applicazione efficace. Inoltre, diventerà punibile anche il crimine di appartenenza ad una organizzazione terrorista, ciò che avrà un impatto sostanziale direttamente sull’attività delle banche e degli altri intermediari finanziari: gli obblighi di diligenza e i doveri di comunicazione saranno infatti estesi anche ai valori patrimoniali sospettati di connessione con una organizzazione terrorista ai sensi della nuova definizione prevista dal codice penale. L’Ufficio federale di comunicazione antiriciclaggio (MROS) sarà autorizzato a richiedere informazioni agli intermediari finanziari in Svizzera anche soltanto sulla base di una domanda o di una informazione ricevuta da parte di un’autorità straniera. Ma le novità più importanti sono riservate alla cooperazione internazionale in materia penale: saranno così autorizzate anche le commissioni miste di inchiesta, con la partecipazione di inquirenti svizzeri e stranieri. Inoltre è prevista la trasmissione anticipata delle informazioni dei mezzi di prova senza informare preventivamente le persone coinvolte. Benché criticata, questa misura era già stata introdotta per la lotta contro la criminalità informatica e persino nella cooperativa internazionale in materia fiscale. Il Consiglio federale precisa che questa possibilità è prevista soltanto in casi eccezionali, ovvero in situazioni di pericolo grave e imminente oppure quando ciò sia necessario per l’inchiesta pendente all’estero. In considerazione della gravità delle minacce terroristiche la legge non permetterà alle persone coinvolte di ricorrere contro la trasmissione anticipata di mezzi di prova oppure contro la condivisione degli stessi nell’ambito di una squadra comune di inchiesta. Si tratta di una eccezione al principio costituzionale di essere sentito e al diritto di ricorso, giustificata dalla gravità della minaccia contro la sicurezza pubblica. Ecco perché il diritto internazionale deve poter primeggiare rispetto al diritto svizzero. Ogni vertenza a questo riguardo potrà ovviamente essere sottoposta al Tribunale federale. In ultima istanza sarà un tribunale arbitrale internazionale oppure la Corte internazionale di giustizia che potrà decidere. Non si tratta di giudici svizzeri, un sacrificio necessario per proteggere la Svizzera.

Opinione dell’avvocato Paolo Bernasconi, prof. dr. iur. h.c.

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