Il caso di un cittadino tedesco non espulso dimostra bene perché l’iniziativa per l’autodeterminazione è un inganno

Il caso di un cittadino tedesco non espulso dimostra bene perché l’iniziativa per l’autodeterminazione è un inganno

L’UDC Ticino ha recentemente portato alla ribalta il caso di una condanna a un cittadino tedesco (risalente già al 2017) come esempio del mancato rispetto della sovranità popolare.

Il video pubblicato dall’UDC Ticino su Facebook

L’iniziativa per l’espulsione dei criminali stranieri è stata approvata dal popolo ed è entrata in vigore il 1° ottobre 2016. Il tribunale zurighese ha condannato il giovane, ma ha accolto il suo ricorso sulla base dell’accordo di libera circolazione. Ricordiamo che sia l’iniziativa per l’espulsione dei criminali stranieri (2010) che l’accordo di libera circolazione sono stati approvati a maggioranza dal popolo (2000).

Approvazione popolare degli accordi di libera circolazione con il 67% dei voti nel maggio 2000.

A prescindere dal fatto che tutte le iniziative popolari entrano sempre in vigore, anche il malumore verso la mancata espulsione dei criminali stranieri è infondato. Nel 2017 il Ticino ha espulso nel 72% dei casi i “criminali stranieri”. In altri Cantoni le percentuali differiscono, a Ginevra ad esempio nel 2017 sono stati il 58%, mentre nei Grigioni il 100%. Citare il caso isolato di un tribunale di Zurigo non rende giustizia alla giustizia ed è ancora una volta una pura strumentalizzazione volta a ingannare sulla realtà dei fatti.

Dal momento che entrambe le votazioni sono state accettate dal popolo, è assolutamente falso dire che i giudici non hanno rispettato la volontà popolare. Dal momento che entrambe sono state volute dal popolo, il caso dimostra proprio il contrario! 

Citare il caso isolato di un tribunale di Zurigo non rende giustizia alla giustizia. È infatti impensabile che i giudici diventino macchine automatiche. La giustizia interpreta il diritto caso per caso e ci sono sempre delle eccezioni. Questo vale per tutti perché ognuno ha diritto a un processo equo (come iscritto nella Convenzione per i Diritti dell’Uomo proprio sotto attacco dall’UDC).

Vogliamo togliere il diritto a un processo equo? Vogliamo una giustizia superficiale che decide ancor prima che qualcuno entri in aula? NO! Quando ognuno di noi si trova di fronte alla giustizia (per qualsiasi ragione) vogliamo far ascoltare le nostre motivazioni vogliamo che tutte le circostanze siano valutate e ponderate, e certamente non vogliamo una condanna automatica e irremovibile. Quale ingiustizia sarebbe se nessuno potesse più far ascoltare le proprie ragioni davanti a un giudice!

Anche l’iniziativa per l’espulsione è stata accettata dal popolo (2010). Il giudice ha dovuto arbitrare tra due decisioni approvate dal popolo.

Qualsiasi condanna a cittadini stranieri e svizzeri compresi, non è mai automatica, ma il risultato di un processo in cui il giudice pondera tutti i fattori. Nel caso specifico del giovane tedesco, il conflitto tra due leggi approvate entrambe dal popolo è stato risolto con la decisione di non-espulsione. In molti altri casi le cose sono andate diversamente. La maggioranza vieni infatti espulsa come previsto dall’articolo introdotto dall’iniziativa per l’espulsione. Non è quindi vero che la volontà popolare non è stata applicata. Anzi, il tribunale ha dimostrato di applicare tutte le leggi votate dal popolo. La giustizia non deve applicare solo le iniziative popolari approvate che piacciono all’UDC. Tutte le iniziative applicate dal popolo devono essere applicate e prese in considerazione in uguale misura. Se così non fosse la giustizia diventerebbe uno strumento politico dipendente dall’UDC. 

Questo esempio ben mostra ciò che sta dietro alla propaganda UDC: la volontà di trasformare la giustizia elvetica in uno strumento politico che sentenzia in maniera automatica senza neanche doversi porre il problema di garantire un processo equo. Questo pericolo incombe anche per tutti i cittadini Svizzeri, dovesse passare l’iniziativa per l’autodeterminazione.

Per mantenere una giustizia svizzera indipendente e capace di valutare caso per caso bisogna votare NO il 25 novembre.