Regole chiare sui mercati internazionali

Regole chiare sui mercati internazionali

Dirigo una società con sede in Ticino che esporta il più svizzero dei prodotti, il cioccolato, in tutto il mondo. Siamo orgogliosi di poterlo fare da Giubiasco, dal nostro cantone, contribuendo in tal modo alla creazione di preziosi posti di lavoro sul nostro territorio. Quest’anno la nostra ditta può addirittura festeggiare il 90. anniversario. La sua longevità e il suo successo sono possibili anche grazie alle esportazioni. Recentemente abbiamo fatto importanti investimenti nella struttura di Giubiasco proprio per poter soddisfare la crescente domanda del nostro cioccolato nel mondo. Oltre ai posti di lavoro creati direttamente nel nostro Paese, non vanno dimenticate tutte le aziende locali che ci forniscono la loro preziosa collaborazione e che, anche loro, indirettamente beneficiano dunque delle nostre esportazioni. La nostra produzione ha bisogno di sbocchi sui mercati esteri. Come noi, tutta l’economia esportatrice svizzera e ticinese, che guadagna circa 1 franco su 2 con il commercio estero, necessita di regole chiare e certe sulla scena internazionale. Altrimenti nessuno si avventurerebbe verso nuovi mercati, assolutamente necessari per il nostro benessere. Ora, l’iniziativa cosiddetta «Per l’autodeterminazione» sulla quale voteremo il prossimo 25 novembre, rischia di compromettere tutto ciò. Le regole del commercio internazionale, sapientemente negoziate dalla Svizzera in vari trattati internazionali, garantiscono alle aziende accesso ai mercati e certezza del diritto, quindi prevedibilità e stabilità. L’iniziativa in oggetto, non solo mette in pericolo questi trattati e quindi l’operatività delle nostre esportazioni, ma pregiudica l’affidabilità della Svizzera sulla scena internazionale. Chi vorrebbe infatti negoziare con un partner che, nonostante la conclusione di accordi vincolanti, si riserva, come chiede l’iniziativa, di non rispettarli? È come se nella nostra vita privata, dopo aver firmato un contratto per l’acquisto di un’automobile, si iniziasse a mettere unilateralmente in dubbio il pagamento delle rate concordate. Evidentemente nessuno vorrebbe concludere contratti con chi si comporta in questo modo.

Non lasciamoci quindi abbindolare dallo slogan fuorviante dell’iniziativa. Non indeboliamo la Svizzera quale partner affidabile! Non mettiamo a rischio l’intera economia svizzera, le nostre aziende e di conseguenza i nostri posti di lavoro.

La nostra autodeterminazione esiste già oggi. Siamo infatti liberi di sottoscrivere gli accordi che vogliamo e di non sottoscrivere quelli che non vogliamo, in pena autonomia, come abbiamo sempre fatto. Attenzione quindi a non mettere in pericolo una formula vincente. Per questa ragione voterò no il prossimo 25 novembre.

Alessandra Alberti, direttrice Chocolat Stella SA, Giubiasco

Opinione apparsa sul Corriere del Ticino, 8 novembre 2018