Comitato interpartitico per il SÌ

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Il sistema d’informazione Schengen (SIS II) è oggi uno strumento centrale delle autorità di polizia e di sicurezza in Svizzera. In breve tempo è ora possibile fare una ricerca internazionale su persone ricercate o veicoli rubati. Se la polizia di San Gallo durante un controllo si imbatte in una persona sospetta, connettendosi alla rete può verificare che questa persona, nonostante un comportamento impeccabile in Svizzera, sia ricercata ad Amburgo per delitti di furto con scasso.

In tempi in cui bande organizzate e reti di terroristi operano a livello transnazionale, non ha senso che ogni Paese limiti il lavoro della propria polizia al suo territorio. Solo grazie a una stretta cooperazione si può contrastare una tale minaccia. Per questi motivi, uno scambio di informazioni rapido è la chiave per il successo. Oggi per la Svizzera non è più ammissibile prolungare il permesso di soggiorno a un criminale ricercato internazionalmente semplicemente perché essa non ha accesso alla base di dati corrispondente. I diversi sistemi d’informazione Schengen (SIS II e VIS) hanno contribuito chiaramente a migliorare la sicurezza nel nostro Paese.

Il numero totale di reati registrati dalla polizia in Svizzera è infatti diminuito fortemente negli ultimi anni: nel 2017 è stato inferiore del 21% rispetto a quello del 2009 (fonte). La Confederazione parte dal principio che in caso di uscita da Schengen dovrà investire tra 400 e 500 milioni di franchi all’anno per garantire, tramite misure di compensazione, la continuità di un tale livello di sicurezza in Svizzera (fonte).

AMNESTY raccommanda di votare SÌ – 19 maggio 2019

AMNESTY raccommanda di votare SÌ – 19 maggio 2019

Presa di posizione di Amnesty International

Amnesty International Svizzera sostiene la revisione della legge sulle armi del Consiglio federale. Una revisione necessaria in seguito al rafforzamento delle direttive dell’Unione europea sulle armi. Un referendum, depositato dalle società di tiro, ha raccolto le firme necessarie e quindi i cittadini svizzeri si pronunceranno il 19 maggio prossimo. La Sezione svizzera di Amnesty International raccomanda agli aventi diritto di voto di adottare questa nuova legge.

Adattare il diritto svizzero alla direttiva europea sulle armi permetterà di meglio controllare la detenzione di armi leggere da parte dei privati. Una misura necessaria per lottare contro la violenza armata e la criminalità. Una legge efficace sulle armi permetterà di prevenire i suicidi e la violenza domestica, in particolare contro le donne e le ragazze.

Per queste ragioni la Sezione svizzera di Amnesty International sostiene la «plateforme pour une législation d’avenir sur les armes», che raggruppa diverse organizzazioni che si erano già impegnate, dieci anni fa, a sostegno dell’iniziativa popolare «per la protezione contro la violenza perpetrata con le armi».