Più di 170 docenti svizzeri di diritto dicono NO all’iniziativa per l’autodeterminazione

Più di 170 docenti svizzeri di diritto dicono NO all’iniziativa per l’autodeterminazione

Sì ai diritti umani e alla democrazia, no all’iniziativa per l’autodeterminazione!

Docenti di diritto di tutte le Facoltà di giurisprudenza svizzere respingono la cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione. La cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione sostiene di fare chiarezza sulla relazione tra diritto internazionale e diritto nazionale e di rafforzare così l’autodeterminazione e la democrazia. Nessuna di queste affermazioni è corretta:

1. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione crea incertezza giuridica.

L’iniziativa lascia numerose questioni giuridiche senza risposta. Ad esempio: in quali casi esattamente si può parlare di contraddizione tra diritto internazionale e diritto costituzionale per cui, secondo il testo dell’iniziativa, diventerebbe necessario rinegoziare o addirittura denunciare i trattati internazionali? Basta una sola sentenza internazionale per ammettere il conflitto di norme oppure la contraddizione rispetto alla Costituzione federale deve riguardare l’intero trattato? Chi è competente per valutare l’esistenza di una tale contraddizione? Per quanto tempo occorre tentare di rinegoziare un trattato – 5, 10, 20 anni? E in quali casi quest’ultimo dev’essere denunciato? A quali trattati si attacca concretamente l’iniziativa? Questi sono solo alcuni degli interrogativi sollevati dall’iniziativa, che minaccia così in modo del tutto irresponsabile la certezza del diritto.

2. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione è una contraddizione in termini.

Come affermato dai suoi promotori, l’iniziativa è diretta contro l’Accordo tra la Svizzera e l’UE sulla libera circolazione delle persone, il quale è stato oggetto di referendum. Nel contempo essa prevede però anche che i trattati internazionali assoggettati al referendum sono determinanti per il Tribunale federale e quindi devono essere applicati anche se contrari alla Costituzione. Pertanto, da un lato l’iniziativa dichiara di opporsi all’Accordo sulla libera circolazione delle persone e dall’altro ne sancisce il carattere determinante. Un altro esempio: ai sensi dell’iniziativa, trattati internazionali come la Convenzione sull’acqua di zavorra delle navi continueranno ad avere rango superiore alla Costituzione, essendo stati sottoposti a referendum. Alcuni strumenti fondamentali in materia di protezione dei diritti umani quali la Convenzione internazionale contro la tortura, che non è stata assoggettata al referendum, o la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, per cui varrebbe lo stesso secondo i promotori dell’iniziativa, saranno invece collocati a un rango inferiore. Qual è il senso di queste regole?

3. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione, creando incertezza giuridica, nuoce al Tribunale federale.

La cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione manca il suo obiettivo, ossia quello di affidare al popolo e non più al Tribunale federale il compito di prendere determinate decisioni importanti. Anzi, spetterà in fin dei conti al Tribunale federale risolvere i problemi giuridici sollevati dalle imprecisioni e dalle contraddizioni delle disposizioni dell’iniziativa. Indipendentemente da come deciderà, esso sarà esposto a costanti attacchi politici. L’iniziativa indebolisce quindi in modo inaccettabile il Tribunale federale, istituzione centrale del nostro Stato di diritto.

4. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione mette a repentaglio le relazioni economiche della Svizzera.

​A causa delle imprecisioni che contiene, l’iniziativa rimette in discussione diversi importanti trattati internazionali. Tra questi figurano in particolare i grandi accordi in materia economica, che contribuiscono ad assicurare il successo della nostra economia e la prosperità del nostro Paese. L’iniziativa rimette in discussione anche la via bilaterale, visto che le disposizioni che contiene riguardano anche gli accordi conclusi con l’UE.

5. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione indebolisce l’ordinamento giuridico internazionale da cui i piccoli Paesi come la Svizzera dipendono per la salvaguardia dei propri interessi.

Le grandi nazioni dispongono di vari mezzi politici per difendere i propri interessi. In un piccolo Paese come la Svizzera occorre invece puntare sulla protezione consacrata dal diritto. La Svizzera ha quindi interesse a rafforzare il diritto internazionale e non a indebolirlo. Nella vita di tutti i giorni possiamo contare sul fatto che chi sottoscrive un contratto sarà tenuto a rispettarlo. Lo stesso vale nel diritto internazionale (principio pacta sunt servanda). Accettando l’iniziativa, verrebbe introdotta per la prima volta nella Costituzione una riserva esplicita che permetterebbe di denunciare in ogni momento i trattati internazionali e verrebbe così violato un principio fondamentale sancito non soltanto dal diritto internazionale ma anche dal nostro ordinamento giuridico. La Svizzera è considerata un partner affidabile e gode di un’alta considerazione a livello internazionale. Un simile capitale va difeso.

6. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione minaccia la protezione dei diritti umani, in particolare la protezione garantita dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo istituisce un sistema di protezione dei diritti umani molto apprezzato a livello internazionale. Importanti diritti oggi iscritti nella Costituzione federale sono stati ispirati, sviluppati e rafforzati nell’ambito di questo meccanismo di protezione. La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo ci protegge anche qualora una legge federale dovesse violare i nostri diritti fondamentali. In questo senso, completa il sistema della Costituzione, che in quel caso rispetto ad altri Paesi offre una protezione limitata dei diritti fondamentali. La Convenzione europea dei diritti dell’uomo contribuisce inoltre a garantire la protezione dei nostri diritti fondamentali quando ci troviamo all’estero, per viaggio o per lavoro, in quanto l’Europa rimane una regione dove vige lo Stato di diritto. Tutto ciò è importante anche per le imprese. Appare altresì evidente che la protezione dei diritti che consideriamo come inalienabili va promossa anche negli altri Paesi. In un mondo in cui i diritti umani sono oggetto di violazioni sempre più crasse, la Svizzera, forte della sua tradizione umanitaria, non può permettersi di mandare un segnale che lasci intendere che l’idea dei diritti umani, che proteggono tutti noi, si stia indebolendo.

7. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione indebolisce la democrazia.

Democrazia significa possibilità di autodeterminarsi in materia politica, possibilità che deve continuare ad essere garantita anche in futuro. L’esercizio della democrazia presuppone l’esistenza delle istituzioni e delle procedure proprie allo Stato di diritto. Anche i diritti umani ne fanno parte; una democrazia senza libertà di espressione, libertà di stampa o libertà di associazione è infatti impensabile. La protezione giuridica delle libertà è l’ossigeno della democrazia. La cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione è addirittura antidemocratica, poiché fa ai cittadini e alle cittadine una promessa che non può mantenere. Non soltanto compromette le possibilità di protezione giuridica, ma, invece di fare chiarezza, solleva nuove questioni giuridiche che sarà il Tribunale federale a dover risolvere e non il popolo. L’iniziativa pretende di rafforzare la democrazia, quando in definitiva la indebolisce.

8. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione non protegge la sovranità nazionale.

Sovranità significa possibilità di autodeterminarsi riguardo alle norme che rendono possibile tale autodeterminazione, la legittimano e la preservano sul lungo termine. La sovranità si manifesta anche nella capacità di decidere liberamente della conclusione di relazioni contrattuali, per tutelare i propri interessi. La possibilità di non rispettare norme fondamentali come quelle che proteggono i diritti umani non è espressione di sovranità, ma segno di scarsa considerazione per delle regole a cui giustamente siamo tutti assoggettati poiché proteggono la dignità dell’individuo.

9. L’iniziativa detta per l’autodeterminazione non risolve i problemi, bensì ne crea di nuovi.

Le disposizioni attuali della Costituzione federale, cui gli stessi cittadini e cittadine hanno conferito legittimità democratica, hanno sempre permesso di trovare soluzioni flessibili e pragmatiche in caso di conflitto tra diritto nazionale e diritto internazionale. L’iniziativa non crea nessuna possibilità di denunciare i trattati internazionali che non esista già e non possa già essere utilizzata. Con l’iniziativa detta “per la limitazione”, l’UDC ha del resto già lanciato un’iniziativa che mira a porre fine all’Accordo sulla libera circolazione delle persone attraverso le possibilità previste dalla Costituzione federale. La cosiddetta iniziativa per l’autodeterminazione non porta quindi alcun miglioramento, bensì crea nuovi importanti problemi.