Secondo l’associazione l’iniziativa “viola i principi fondamentali del diritto internazionale stabiliti a livello mondiale, secondo i quali nessun Paese può invocare il diritto nazionale per giustificare il mancato rispetto di un trattato internazionale”. In caso di un sì alle urne, si creerebbe incertezza riguardo ai futuri negoziati internazionali, poiché, spiega l’associazione, nessun paese vorrebbe fare affari con la Svizzera sapendo che un cambiamento unilaterale delle regole sarebbe possibile in ogni momento. Il settore bancario e finanziario fa parte delle aziende esportatrici e dipende strettamente dall’apertura economica della Svizzera. “L’iniziativa in questione creerebbe un fattore di svantaggio competitivo che metterebbe la Svizzera e soprattutto i Cantoni di frontiera come il Ticino in una posizione molto scomoda, con un rischio importante di perdita di posti di lavoro”.