Elvezia sfrattata

Elvezia sfrattata

Cari svizzeri, vi diamo lo sfratto. Avete deciso, il 25 novembre 2018, di rivedere tutto ciò che avete firmato. Allora uscite. Avete snobbato i ‘giudici stranieri’, tutti i tribunali internazionali e le centinaia di mediatori della comunità degli Stati. Quindi ve ne andate. Avete fondato, assieme a tutti noi, la corte di Strasburgo per i Diritti dell’Uomo, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, i gruppi di mediazione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e tanti gruppi simili. Ora avete cambiato strada, preferite camminare da soli, in questo mondo sempre più complicato. Camminerete soli. Spiegazione: la Casa degli Accordi fra i Paesi accoglie tutti coloro che la rispettano. Regola principale della Casa: nessun Paese può pretendere di seguire le regole di casa sua. Sta scritto nel regolamento del condominio: la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati, art.27, quello che gli autori della vostra iniziativa popolare sui ‘giudici stranieri’ hanno dimenticato e di cui tacciono sempre. È la madre di tutti gli Accordi fra i Paesi. approvata anche dal Parlamento svizzero. Regola, di puro buon senso. Avevate dato la vostra parola d’onore, secondo le usanze solenni della diplomazia: ratifica delle camere federali, spesso anche per votazione popolare, scambio e deposito dei documenti di ratifica, ecc. Così anche quando avete ratificato quasi 5’500 accordi, pazientemente analizzati, non imposti da nessuno, ma volontariamente approvati. Anche quando avete ratificato la Convenzione di Vienna, avete promesso di rispettare tutte le regole di tutti questi Accordi senza mai opporre qualche vostra regola interna. Perché anche tutti gli altri Paesi hanno preso gli stessi impegni.

Ci piace guardare i bambini giocare nei cortili delle nostre scuole (e ricordiamo sempre con una stretta quelli nelle scuole bombardate anche in questi giorni). Hanno una regola: non si cambiano le regole durante il gioco. Chi lo fa, viene messo da parte. Stessa regola anche fra i Paesi. A sorpresa, cambiate regola. E allora, per la Svizzera tutti gli Accordi non valgono più. Le vostre imprese non potranno più chiedere protezione all’Organizzazione Mondiale del Commercio. Cittadine e cittadini svizzeri non potranno più presentare ricorsi alla Corte di Strasburgo né chiedere giustizia agli innumerevoli tribunali arbitrali. Saremo noi a denunciare tutti questi Accordi, perché avrete deciso di preferire le vostre regole interne. Come la Corea del Nord, Turchia, Arabia Saudita, Venezuela. Non volete più i “giudici stranieri”? E allora vi inviteremo ad uscire anche dalla Corte di Strasburgo e anche dalla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja e anche dal Tribunale internazionale penale, dove eminenti giuristi svizzeri vennero sempre accolti e rispettati. Tutto ciò non perché le regole di tutti gli Accordi che avete ratificato siano contrarie alla vostra Costituzione, ma perché il 25 novembre avrete accettato di rispettare prima le vostre regole invece di quelle che avete firmato e ratificato. Quali regole? Non lo sapete nemmeno voi. E nemmeno a noi, Paesi che vi hanno creduto, piace lavorare senza più sapere quali siano le regole che vorrete applicare. Appunto per questa ragione si fanno gli Accordi, affinché tutti sappiano quali sono le regole che saranno sempre da rispettare da tutti. La Svizzera sceglie un nuovo sistema? Rimarrà sola, senza alleati. Fuori dall’Unione Europea, ma senza gli Accordi oggi esistenti, e però fuori anche dalla Casa degli Accordi. Anche dalla Convenzione dei Diritti dell’Uomo, quella che anche tutti i 28 Paesi membri dell’Unione Europea hanno approvato. Anche dalla Corte di Strasburgo, alla quale l’Unione Europea non aderisce perché non è uno Stato, ma che però sostiene finanziariamente. Elvezia sfrattata. Perché? Per paura dell’Unione Europea. Ma su questo tema il popolo svizzero è già e rimane sovrano: continuerà a votare se e quali Accordi vuole o non vuole con l’Unione Europea. E allora, perché farsi sfrattare dalla Casa degli Accordi? Perché esporsi a rappresaglie e ritorsioni da parte di tutti? Siete ancora in dubbio? Ancora un buon motivo per lasciare tutto come finora. Buon motivo per votare NO il prossimo 25 novembre. No contro l’iniziativa cosiddetta dell’autodeterminazione, in realtà l’iniziativa dell’autodistruzione.

Paolo Bernasconi, prof. dr. iur. h.c.

Opinione apparsa su LaRegione, 13 novembre 2018