Lotta al terrorismo e quella frase che potrebbe annullare il voto

Lotta al terrorismo e quella frase che potrebbe annullare il voto

Per l’ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi già oggi il tentativo di commettere un reato è punibile dalla legge.

A causa dell’opuscolo «manifestamente fuorviante» minaccia di ricorrere al Tribunale federale. Ma punta il dito anche contro Norman Gobbi.

LUGANO – “Oggi la polizia può intervenire solo quando una persona ha già commesso un reato”. Una frase contenuta nelle spiegazioni del Consiglio federale del quinto oggetto in votazione il prossimo 13 giugno – la Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT) – che non va assolutamente giù all’avvocato ed ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi. Il quale minaccia addirittura di «far saltare la votazione» con un ricorso al Tribunale federale a causa di questa «bugia destabilizzante per il cittadino, su un tema invece decisivo».

Opuscolo fuorviante – «È una cretinata menzognera: un ragazzo al primo semestre di diritto penale viene bocciato se dice una cosa del genere. Non serve essere giurista per capire che anche il tentativo di commettere qualsiasi reato è punibile», esordisce Bernasconi. Il Codice penale prevede infatti già che il Pubblico ministero, su segnalazione della polizia, debba intervenire anche soltanto per il sospetto di atti preparatori di reati gravi come assassinio, rapina, incendio, lesioni, sequestro di persona, e altro ancora. Proprio per questo, secondo l’avvocato, non è possibile escludere che si possa arrivare a un epilogo simile a quello della votazione cantonale sulla legittima difesa.

Colpi… Gobbi – La frase non solo è contenuta nel cosiddetto “libretto rosso”, ma è stata ripresa e ribadita negli ultimi giorni anche da diversi sostenitori della nuova Legge. Come il consigliere nazionale Marco Romano, ma anche il capo del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi. «Io lo chiamo ministro della polizia, non della giustizia, perché da quando è in carica fa di tutto per trasferire poteri dalla magistratura alla polizia», mette in guardia l’avvocato. Ma al di là di questo – aggiunge – nel suo ruolo non può permettersi di raccontare bugie. Questi sono colpi… Gobbi».

«Basta un like per essere schedato» – Verrebbe quindi da pensare che con la nuova legge non cambi assolutamente nulla. E invece no, perché viene cambiata la schedatura, spiega Bernasconi: «I servizi segreti, federali e cantonali, verrebbero autorizzati a fare un enorme schedatura, con conseguenti controlli, sulla base di un semplice like su una dichiarazione considerata estremista. È una legge completamente liberticida». Anche definire come potenziale terrorista colui che si limita semplicemente a “propagare paura e timore” viene giudicato dall’avvocato contrario alla libertà di espressione dei cittadini e dei giornalisti.

Essere animalista è estremismo? – Ulteriore punto contestato è quello dell’età, con misure restrittive che possono essere imposte anche a bambini a partire dai 12 anni (15 anni per gli arresti domiciliari). Un’età in cui, per curiosità o ingenuità, si può incappare in qualche “peccato di gioventù”, ma che non può essere definito estremismo nel vero senso della parola: «Gobbi stesso ha citato l’ideologia animalista come esempio di estremismo. Siccome nel suo messaggio il Consiglio federale scrive che “basta un like“, allora per spiare i cellulari degli svizzeri basterà un like a favore di un manifesto animalista?», si chiede in conclusione Bernasconi.

 

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