Bruno Balestra: “Autodeterminazione? Ridotta a vantaggio di alcuni e a scapito dell’uguale dignità di ogni cittadino”

Bruno Balestra: “Autodeterminazione? Ridotta a vantaggio di alcuni e a scapito dell’uguale dignità di ogni cittadino”

L’iniziativa UDC è un attacco a “valori non negoziabili e presupposti del convivere democratico civile”

Riportiamo un interessante articolo dell’avvocato Bruno Balestra

La Svizzera dei nostri padri, simbolo di democrazia e impegno civile e umanitario, quella del premio Nobel Henry Dunant fondatore della Croce Rossa che trasformò il suo ideale in una realtà che ha travalicato i confini, è solo un ricordo o ancora uno stimolo di impegno vero per preservare la dignità di ogni cittadino e la democrazia?

L’esperienza degli orrori dell’ultimo conflitto mondiale ha ricordato l’ imperativo del rispetto della dignità di ogni persona. Con la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo abbiamo preso nuova coscienza della necessità di riconoscere a ognuno un’eguale libertà senza distinzioni di razza genere, ceto, religione. Le nazioni europee, Svizzera compresa, hanno sottoscritto la convenzione dei diritti dell’uomo (CEDU). Per impegnarsi in concreto a difendere tali principi hanno costituito un tribunale comune con giudici di ogni  paese –anche svizzeri-  chiamati a tutelare i diritti di ogni singolo cittadino dai soprusi degli Stati.

La Corte europea dei diritti dell’uomo verifica se le decisioni dei diversi tribunali basate sulle rispettive legislazioni nazionali rispettano quei valori umani superiori che abbiamo scelto di condividere con la sottoscrizione della CEDU.

In quanto potere giudiziario la corte dei diritti dell’uomo è indipendente da ogni altro potere anche dell’Unione europea ed è superiore alla Corte di giustizia dell’ UE che riguarda solo i Paesi  che la riconoscono.

L’iniziativa per l’autodeterminazione, contrariamente al nome  che induce a sottintendere una difesa della nostra libertà, porta invece a ridurla a vantaggio di alcuni e a scapito dell’uguale dignità di ogni cittadino.

Prova  ne sia il fatto che in più occasioni il tribunale di Strasburgo  ha constatato che le decisioni delle nostre Corti avevano violato i diritti umani di cittadini svizzeri. Violazioni della sfera privata, della libertà d’opinione e di stampa, dell’equità processuale, discriminazioni di genere, dei diritti dei disabili e dei malati, avvengono anche in Svizzera.

Ciò non significa che i giudici che applicano le leggi e i parlamentari che le fanno siano degli incapaci e nessuno abbia a cuore i nostri individuali diritti umani.

Le leggi, per definizione, sono dei modelli generali e astratti che vanno continuamente verificati con la realtà dei loro effetti. In concreto, è il giudice confrontato con il singolo caso a poter evidenziare i vizi legislativo.

In ambito medico nessuno si sogna di limitare le ricerche alla sola casistica nazionale, perché proprio il confronto di grandi numeri e altre esperienze permette di individuare soluzioni migliori. Analogamente, la giurisprudenza CEDU che verifica un gran numero di casi e le soluzioni proposte dalle differenti legislazioni,  consente di meglio affinare il rispetto dei diritti dell’uomo.

L’impegno sottoscritto di partecipare alla giurisprudenza CEDU ha permesso più volte alle nostre Corti di segnalare criticità e incongruenze fra il nostro sistema legislativo e i diritti umani. Pensiamo solo all’enorme evoluzione del diritto processuale sul rispetto della dignità delle parti.

Le Costituzioni erano nate per arginare il potere assoluto del monarca a tutela diritti dei cittadini, il lato oscuro del nostro diritto di iniziativa costituzionale è di far credere al sovrano popolo di non aver alcun limite nel poter modificare la Costituzione. Oggi i diritti più sacri di ogni cittadino sono ancora assicurati dalla Corte dei 47 paesi del Consiglio d’Europa (da non confondere con il Consiglio europeo dei 28 paesi dell’ UE) che  di fatto è il nostro tribunale di verifica Costituzionale sui diritti fondamentali.

L’iniziativa si propone di revocare il nostro impegno a rispettare le decisioni che tutelano i nostri diritti individuali e sottrarre il Tribunale federale dal dovere di rispettare la giurisprudenza CEDU nell’applicazione del diritto nazionale. Il sovrano non si vuol più vincolare all’impegno di rispettare i diritti dell’uomo che potranno esser interpretati, ignorati o abrogati a dipendenza di chi ha il potere di determinare e condizionare le prossime iniziative costituzionali.

Se passasse l’iniziativa il rispetto del superiore impegno scritto di collaborazione internazionale a garanzia dei nostri diritti più importanti, lascerà il posto alle buone intenzioni locali di alcuni. Sappiamo quanto contano le intenzioni senza impegno. Personalmente preferisco mantenere il diritto di esser libero di rivolgermi ancora alle competenze specialistiche internazionali invece di esser costretto a subire imposizioni che declinano la mia dignità in funzione di altri interessi locali.

La buona fede va presunta, ma chi veramente difende la libertà e la solidarietà cara ai nostri padri antepone i valori della uguale dignità di ogni cittadino ad altri interessi e non teme l’aiuto del confronto per realizzarli meglio.

Si tratta di principi fondamentali per ognuno di noi; valori non negoziabili e presupposti del convivere democratico civile perché una maggioranza che non ne assicurasse il miglior rispetto per tutti ha già abbandonato la democrazia per ritornare su vecchie strade che la storia ci ha mostrato.