SÌ alla revisione della legge sulle armi il 19 maggio 2019

I fucili mitragliatori, come l’AK47, non sono oggetti da decorazione per la casa, ma temibili armi da guerra. Eppure queste armi sono facilmente acquistabili in Svizzera e alimentano il traffico di armi e le attività criminali, sia qui che all’estero. La revisione della legge non toglie libertà alle tradizioni svizzere. I cacciatori, collezionisti, tiratori sportivi e soldati dell’esercito continueranno ad avere gli stessi diritti di possesso di un’arma come oggi.

La legge è mirata invece contro chi non rientra in queste categorie e che possono acquistare armi con facilità. Si tratta di una legge che rafforza la nostra sicurezza in maniera ragionevole in un periodo in cui, queste armi vengono usate sempre più spesso per commettere stragi, rapine e altre attività criminali.

 

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VIETARE LA VENDITA DI FUCILI MITRAGLIATORI

La nuova revisione della legge sulle armi permetterà di lottare efficacemente contro la vendita di armi automatiche e semi automatiche, come i fucili mitragliatori (es. Kalashnikov). Pensiamo alla strage di Zugo, Zurigo e alla mancata strage alla Commercio di Bellinzona: i fucili mitragliatori sono un pericolo per la nostra sicurezza.

Il giovane 18enne fermato a Bellinzona, che pianificava una strage alla Scuola cantonale di Commercio, era in possesso di 17 armi da fuoco, tutte comperate in negozi svizzeri. Aveva persino una replica del fucile mitragliatore del tipo AK-47 (come ha confermato il Consiglio di Stato il 27 giugno 2018). Si tratta della replica, ben funzionante, del Kalashnikov, una delle più temibili armi da guerra.

Il giovane di Bellinzona arrestato prima che compiesse una strage alla Commercio era in possesso di una replica dell'AK47.

NON DIMENTICHIAMO LA STRAGE DI ZUGO

Nel settembre 2001 un cittadino svizzero fece irruzione nel parlamento cantonale di Zugo e fece fuoco con armi semi-automatiche uccidendo 14 persone e ferendone altre 10. Una tragedia che ebbe un grande eco nel mondo, ma che purtroppo sembra già essere dimenticata dalle nostre parti. A seguito della strage il 77% della popolazione svizzera dichiarò di volere un inasprimento della legge sulle armi.

Oggi abbiamo la possibilità di inasprire questa legge. Con l’aumento della criminalità transfrontaliera e le recenti stragi che hanno sconvolto mezzo mondo, è importante vietare il commercio di armi semiautomatiche che possono sparare a raffica, come ad esempio l’AK47.

TROPPO FACILE ACQUISTARE PERICOLOSE ARMI DA GUERRA

Il mafioso Francesco Messina disse “comprare fucili in Svizzera è facile come comprare caramelle”.  Nel marzo scorso la polizia di San Gallo sequestrò 280 pistole e fucili mitragliatori, munizioni, silenziatori e 1.300.000 franchi. Nel settembre 2015 vennero arrestate 25 persone della cosca Ferrazzo di Mesoraca, sequestrando fucili mitragliatori comperati in Svizzera: nelle loro intercettazioni parlavano chiaramente di come pistole e fucili provenissero dalla Svizzera. Nel luglio 2016 venne arrestato, in Francia, di rientro dalla Svizzera con tre pistole, il fornitore di armi di clan criminali marsigliesi. Poi, nel giugno scorso, venne arrestato un funzionario di polizia del Canton Svitto, accusato di commercio via darknet, al quale venne sequestrato un vero arsenale.

Una lista che potrebbe continuare ancora a lungo, nel passato e nel futuro. Ma per fermare questi abusi criminali il Parlamento svizzero prevede ora il divieto di commercio di armi semiautomatiche, perché infatti si possono modificare troppo facilmente in armi per il tiro a raffica. Verranno anche vietate le armi accorciabili, perché facili da nascondere sotto la giacca e usate spesso durante rapine, sparatorie e per altri scopi criminali.

Acquistare armi online in Svizzera è ancora troppo facile.
Grazie allo scambio di informazioni tra la polizia svizzera e le autorità estere, oltre 4'000 arresti sono stati effettuati in Svizzera. (foto:Wikipedia)

LA NOSTRA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO

Il forte aumento di attività criminali transfrontaliere ha creato nuove sfide per la polizia elvetica e le autorità giudiziarie. Grazie allo scambio di dati tra la polizia e le autorità estere, sono stati possibili oltre 4’000 arresti in Svizzera. Lo scambio di informazioni, garantito dall’accordo di Schengen-Dublino permette di portare davanti alla giustizia criminali che operano in Svizzera. Senza questa revisione, le autorità svizzere perderebbero importanti strumenti di cooperazione tra forze di polizia e il lavoro di ricerca di criminali diventerebbe più difficile. 

Proprio grazie a questo scambio è possibile lottare contro i rapinatori che assaltano le zone di confine. Votare SÌ vuol dire sostenere le nostre forze dell’ordine nel lavoro quotidiano che garantisce la nostra sicurezza.

Il Consiglio federale, i responsabili di giustizia e polizia federale e cantonale, l’Associazione svizzera degli ufficiali, tutti approvano la nuova legge federale sulle armi. La legge non limita le libertà, ma impedisce ai criminali e squilibrati di poter acquistare armi semi-automatiche. La nuova legge esclude esplicitamente qualsiasi divieto a carico del tiro sportivo e della caccia (articolo 5 cpv. 4 e 5) e i militari potranno tenersi ancora in casa l’arma di ordinanza (art. 5 cpv.1 let. b). Le tradizioni svizzere continueranno a essere garantite!