Perché votare NO alla legge sulle misure di polizia il 13 giugno

NO a poteri incontrollati per la polizia

La legge federale sulle “misure di polizia per la lotta contro il terrorismo” conferisce alla polizia federale un potere quasi illimitato per stabilire delle misure coercitive contro adulti e bambini innocenti e questo senza un sospetto di reato e senza controllo giudiziario. La legge non favorisce la sicurezza, ma al contrario apre la porta all’arbitrio. Minaccia i diritti fondamentali, stigmatizza le persone e ricorda i metodi dei regimi autoritari. Votate no il 13 giugno!

Limitazione dei diritti umani

Le misure coercitive previste dalla legge di polizia – sorveglianza elettronica, divieto di con-tatto, divieto di lasciare o accedere ad aree determinate, divieto di lasciare il paese e arresti domiciliari – hanno un grave impatto sulla vita delle persone toccate e le loro famiglie. I diritti umani quali la libertà di movimento e di riunione, il diritto al rispetto della vita privata e familiare, il diritto al lavoro e all’educazione sono fortemente limitati. Questa legge non crea più sicurezza, bensì indebolisce i diritti fondamentali e marginalizza ed esclude le persone toccate.

Abolizione della presunzione d’innocenza

La presunzione di innocenza garantita dal diritto penale impone all’autorità incaricata delle indagini di dimostrare la colpevolezza di una persona sospettata di un’infrazione. Siccome secondo la legge sulle misure di polizia non ci deve essere un sospetto di reato, le autorità non devono produrre delle prove. Tutto ciò di cui hanno bisogno sono degli “indizi” secondo i quali una persona è potenzialmente pericolosa. Per contestare le misure la persona toccata deve quindi fornire una prova impossibile della sua “non pericolosità”. La legge crea così una presunzione di pericolosità giuridicamente insostenibile.

Pericolo per la libertà d’espressione

L’ampia definizione di “attività terroristica” crea il pericolo di perseguire azioni che sono legittime dal punto di vista del diritto alla libertà di espressione. La legge potrebbe quindi creare un clima di paura che avrebbe un effetto paralizzante sulla libertà di espressione e di stampa, portando molte persone, compresi gli attivisti politici e i giornalisti, all’autocensura.

Il non rispetto dell’interesse superiore del bambino e dei diritti dell’infanzia

Le misure coercitive possono essere utilizzate contro i bambini a partire dai 12 anni (o 15 anni nel caso degli arresti domiciliari). Questi limiti d’età sono in contraddizione con il diritto penale minorile svizzero e con gli obblighi della Svizzera in materia di diritti umani in virtù della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia. Mentre il diritto penale minorile e il diritto internazionale danno priorità alla re-inserzione sociale, le misure coercitive previste dalla legge sulla legge sulle misure di polizia hanno un carattere punitivo e sfociano in una stigmatizzazione dei bambini e dei giovani. Inoltre, la legge non accorda alcun diritto procedurale ai minori oggetto di queste misure.