Perché cambiare? Fermiamo l’autogoal dell’iniziativa UDC

Perché cambiare? Fermiamo l’autogoal dell’iniziativa UDC

Il 25 novembre l’iniziativa cosiddetta dell’autodeterminazione (quella dell’autogoal) sarà probabilmente bocciata dal popolo e dai Cantoni. Cosa succederà? Proprio nulla. Tutto continuerà come prima. Il popolo svizzero ha votato sullo Spazio economico europeo, ha deciso di non aderire. Ha votato sullo Spazio Schengen, ha deciso di aderire. Ha votato sull’ONU, ha deciso di aderire.

Non voterà sul Patto ONU per una ordinata migrazione, perché è previsto esplicitamente che non è vincolante. Voterà sull’Accordo-quadro con l’Unione europea, sugli Accordi bilaterali, sulla legge sulle armi. Voterà sovranamente e nessuno dall’estero potrà sindacare sul risultato di queste prossime votazioni. Nessun automatismo. Continueremo ad essere liberi e sovrani. La nostra democrazia semidiretta continuerà a sopravvivere, anzi a crescere, nella misura in cui potremo continuare ad esprimerci liberamente. Qualche persona condannata da un tribunale svizzero non sarà espulsa? Ma rimangono comunque migliaia le persone straniere che sono condannate e che vengono espulse dalla Svizzera. Lo facevo già anch’io nei vent’anni come procuratore pubblico e, già allora, lo facevano i tribunali e lo faceva la polizia. Ma già allora, come oggi, in qualche caso eccezionale, il principio di proporzionalità previsto dalla Costituzione svizzera ha imposto una soluzione diversa. Vogliamo cambiare tutto per espellere tre o quattro delinquenti in più, ogni anno? Ma dietro l’angolo c’è l’Unione europea. Anche a me fa sempre più paura, visto che comandano Salvini, l’ungherese Orban e il polacco Kaczynski. Quelli che denigrano i tribunali, i giornalisti, i professori, gli scienziati. Esattamente come nell’epoca precedente la Prima guerra mondiale e la Seconda guerra mondiale. Ma proprio per tenere lontano qualsiasi sopruso dell’Unione europea, nei confronti del nostro popolo (non sono pagato né da Soros né da Bruxelles né dal diavolo, ho anche fatto l’ufficiale dell’Esercito svizzero, correndo su e giù per le nostre montagne con le cassette di munizioni sul groppone, a differenza di tanti fautori dell’iniziativa autogoal), dobbiamo rimanere rispettati. Proprio mentre aumentano i governi-twitter, quelli manovrati dalle nuove élites milionarie e dai mercenari dell’informazione, tutti, all’estero, devono continuare a stimare i giudici, i diplomatici e i politici svizzeri.

Commuove il messaggio del Consiglio federale sulla Convenzione di Vienna sui Trattati: rammenta che la delegazione svizzera era riuscita a migliorare la Convenzione su parecchi punti. Anche nel suo art. 27: «Nessuno Stato può prevalersi del suo diritto interno per opporsi all’applicazione di un Trattato». Così già deciso anche dalla Corte internazionale di giustizia nel 1988. Eravamo e siamo rispettati. Anch’io ne ho beneficiato personalmente, come ogni altro Svizzero, partecipando a tanti convegni internazionali, anche di preparazione di convenzioni e trattati, in cui la nostra voce era ascoltata perché leale e capace di mediare fra culture diverse.

L’UDC e la Lega dei ticinesi deridono la Convenzione di Strasburgo sui diritti dell’uomo, e la Corte internazionale di giustizia, il Tribunale penale internazionale, l’Organizzazione mondiale del commercio, gli innumerevoli organismi supranazionali che prevengono pericolosi conflitti fra gli Stati e moderano i soprusi delle grandi potenze. In realtà, stanno deridendo anche quelle centinaia di diplomatici e di esperti svizzeri che hanno modellato questi accordi. Ma se tutto a un tratto decideremo di non più rispettare questi accordi, la Svizzera perderà tutto il credito che è riuscita ad accumulare in decenni di laboriosa fatica. Diventeremo la pecora nera e, come tale, diventeremo ostaggio e più facile preda dei lupi che stanno circolando sempre più liberamente in Europa e nel mondo. Daremo loro un facile pretesto: voi svizzeri avete deciso di non più rispettare gli accordi. Non possiamo più fidarci di voi. Siamo ancora in dubbio per il 25 novembre? E allora lasciamo le cose come stanno, come sono andate per tutti questi decenni e quindi fermiamo l’iniziativa autogoal, perché porta solo tempesta. Quindi voteremo no.

Paolo Bernasconi, avvocato e professore

Opinione apparsa sul Corriere del Ticino, 22 novembre 2018