Comunicato stampa – “Perso un diritto, persi tutti”

Comunicato stampa – “Perso un diritto, persi tutti”

Lugano, 11 luglio Comunicato Stampa

Associazione Uniti dal diritto www.unitidaldiritto.ch

“Perso un diritto, persi tutti”

L’Associazione Uniti dal diritto ha lanciato oggi la sua campagna contro l’iniziativa UDC per l’autodeterminazione “Il diritto svizzero anziché i giudici stranieri”, in votazione il prossimo 25 novembre

L’iniziativa lanciata dell’UDC minaccia la protezione dei nostri diritti fondamentali e attacca i diritti individuali delle persone più vulnerabili così come molti aspetti fondamentali della nostra vita quotidiana. Si tratta di un pericoloso attacco frontale ai diritti di tutte le cittadine e tutti i cittadini svizzeri. Per far fronte a questa pericolosa iniziativa nella Svizzera italiana è stata costituita da specialisti del settore giuridico e cittadini, l’Associazione UNITI DAL DIRITTO, con sede a Lugano, di cui sono Copresidenti: Bruno Balestra, già Procuratore generale; Giampaolo Cereghetti, già direttore del Liceo di Lugano 1; Valerie Debernardi, studentessa di diritto; Reto Medici, Giudice dei minorenni; Paola Merlini, inclusione andicap Ticino; John Noseda, già Procuratore generale e Chiara Simoneschi-Cortesi, già Presidente del Consiglio nazionale. L’obiettivo dell’Associazione, apartitica e aperta a tutti, è quello di sensibilizzare la popolazione sulle disastrose conseguenze in caso di accettazione popolare. Questa iniziativa, che chiede la supremazia del diritto nazionale sul diritto internazionale, rischia di mettere in pericolo oltre 5’500 accordi internazionali che garantiscono la difesa degli interessi di tutte le cittadine e cittadini svizzeri, oltre a mettere in pericolo l’applicazione della Convenzione Europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo (CEDU). «La fiducia nel rispetto della propria libertà e dei diritti individuali di ogni cittadino – spiega Bruno Balestra, già Procuratore generale e copresidente dell’Associazione Uniti dal diritto – sono il nucleo del nostro sistema di convivenza democratico. Gli iniziativisti – continua Balestra – mirano esplicitamente a denunciare la partecipazione alla CEDU ritendendola un limite alla sovranità assoluta del popolo svizzero. Innestata dalla pulsione dello slogan “il diritto svizzero invece dei giudici stranieri” l’emozione di declamare la propria “autodeterminazione” polverizza in realtà il rispetto della libertà reciproca e la fiducia, che sono i legami fondamentali del nostro Stato di diritto e fa esplodere il modello di democrazia liberale a favore della dittatura democratica della maggioranza. In democrazia – conclude Balestra – il diritto non si può autodeterminare unilateralmente, ma lo si costruisce insieme, con il confronto nel rispetto delle ragioni dell’altro e dei suoi diritti». Questa pericolosa iniziativa tradisce infatti la fiducia che il resto del mondo ha nella Svizzera come un Paese giuridicamente affidabile mettendo a rischio di denuncia oltre 5’500 accordi internazionali. Gli accordi internazionali hanno un ruolo fondamentale per molti aspetti della nostra vita quotidiana: dallo shopping online al roaming telefonico, dagli scambi universitari al controllo sui farmaci, dai trasporti internazionali allo scambio di informazioni contro il terrorismo, per citare alcuni esempi. «Questa votazione riguarda tutti noi – spiega Valerie Debernardi, studentessa di diritto e copresidente dell’Associazione Uniti dal diritto – nessuno può sapere quando avrà bisogno di difendere i propri diritti. Nel momento del bisogno ogni possibile strumento giuridico può rivelarsi fondamentale». In una fase storica dove la diffusione della paura può già indurre ad accettare eccezionali restrizioni della libertà, abolire la possibilità di controllo costituzionale dei nostri diritti ci porta su una china scivolosa molto pericolosa. «L’iniziativa – aggiunge John Noseda, già procuratore generale e copresidente dell’Associazione Uniti dal diritto – mette in pericolo le nostre libertà perché comporta la perdita delle garanzie previste dalla convenzione di Strasburgo. Infatti non è vero che il diritto svizzero prevede già gli stessi diritti. Negli scorsi decenni la corte di Strasburgo ha dato ragione a numerosi cittadini svizzeri annullando decisioni che violavano i loro diritti fondamentali».

«L’iniziativa – spiega Reto Medici, magistrato dei minorenni e copresidente dell’Associazione Uniti dal diritto – va respinta per non esporci alla legge del più forte. La Svizzera è uno Stato piccolo che ha un interesse nel mantenimento degli obblighi di diritto internazionale». Ad essere in pericolo sono soprattutto i diritti individuali delle persone più vulnerabili, per questo motivo, sottolinea Marzio Proietti, direttore di inclusione andicap ticino: «le persone con disabilità devono lottare per i propri diritti. Dobbiamo promuovere una cultura inclusiva che rispetti ogni singolo cittadino e aiutare le persone più fragili a difendere i propri diritti e ad essere parte attiva della società». I nostri accordi internazionali non riguardano solo i diritti fondamentali, la libertà dei cittadini, i diritti delle donne, le convenzioni di assistenza giudiziaria, o i diritti del fanciullo (anche di non esser separato dai genitori) o l’inclusione delle persone più fragili. Sono infatti migliaia i trattati commerciali a livello mondiale che sono fondamentali per la nostra economia. In caso di accettazione di questa iniziativa la piazza economica elvetica rischia di essere messa in ginocchio da un’incertezza giuridica che renderebbe il nostro Paese poco affidabile sia a livello d’immagine sia come partner commerciale. Per queste ragioni l’Associazione Uniti dal Diritto invita sin da ora la popolazione ticinese a respingere l’iniziativa per l’autodeterminazione il prossimo 25 novembre. Per maggiori informazioni potete visitare il nostro sito www.unitidaldiritto.ch oppure contattarci all’indirizzo email info@unitidaldiritto.ch

La mia storia, i miei diritti https://meine-geschichte.schutzfaktor-m.ch/it

Storie di cittadine e cittadini Svizzeri che sono arrivati fino a Strasburgo per far valere i propri diritti I diritti umani non sono scontati, nemmeno in Svizzera. È vero, la Svizzera ha uno standard elevato in materia di diritti umani, ma anche da noi esistono storie di lacune legislative, errori o violazioni dei diritti fondamentali. In una mostra, ideata e promossa dall’Associazione svizzera Fattore D, vengono presentate 10 storie di altrettanti Svizzeri che hanno ricorso a Strasburgo per far rispettare i propri diritti. La mostra si trova nella sede di inclusione andicap Ticino di Giubiasco, in via Linoleum 7 (spazio multiuso Salaruna) e può essere visitata dal lunedì al venerdì (8.15-12.00 / 13.30-17.00, al venerdì fino alle 16.00). Due pannelli della mostra sono inoltre esposti alla Stazione FFS di Giubiasco.