NO alla nuova Legge federale sulle misure di polizia per la lotta contro il terrorismo (MPT).
La legge, in votazione il 13 giugno, è una macchia indelebile sulla Svizzera in materia di protezione dei diritti fondamentali e un pericoloso precedente a livello internazionale.
Secondo il Comitato referendario il testo di legge, adottato il 25.09.2020 dalle Camere federali, non rafforza la sicurezza né aiuta a prevenire eventuali attacchi terroristici, bensì apre la porta all’arbitrio e agli abusi.
Questa legge dà poteri quasi illimitati alla polizia federale, che potrà stabilire misure coercitive di diritto amministrativo contro tutti e tutte, senza avere prove concrete di un reato e in assenza di un controllo giudiziario.
Misure come il divieto di incontrare altre persone, la sorveglianza elettronica, il monitoraggio e localizzazione tramite le nuove tecnologie, la residenza coatta,
potranno esser prese già sulla base di sospetti e interpretazioni personali, addirittura contro bambini a partire dai 12 anni di età; la misura degli arresti domiciliari è la sola sottoposta a controllo giudiziario e può essere applicata a partire dai 15 anni di età.
La definizione di “terrore”, inserita nella legge, è vaga e generica e quindi porta a decisioni arbitrarie e a limitazioni sproporzionate dei diritti fondamentali, ignorando le Convenzioni internazionali ratificate dalla Svizzera, come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia (CDI), contraddicendo anche il Codice penale svizzero.
Tutto questo minaccia la corretta separazione dei poteri, il sistema di giustizia penale e indebolisce il nostro Stato di diritto, fondamentale per il buon funzionamento della democrazia svizzera.